Cinque Film Horror (+1) da Vedere a Halloween (Recensioni - 2025 Edition)

 Una scena tratta dal cartone animato Siamo Solo Orsi

Recensioni a cura di Albyrinth  - tutte le immagini sono copyright degli aventi diritto

Attenzione: le seguenti recensioni potrebbero contenere alcuni SPOILER minori, grazie. 

Dopo gli articoli del 2023 e del 2024, con l'arrivo della stagione più spettrale dell'anno [con buona pace dei rompiballe che si lamentano delle "ovvibili tvadizioni buzzuvve amevicane"] ritornano le stringate recensioni per cinque titoli horror disponibili (in VOD o come parte di abbonamenti) sui maggiori servizi streaming a cui vale la pena dare un'occhiata nella notte più stregata dell'anno. Naturalmente, come ormai da tradizione, ho aggiunto una pellicola bonus, ovvero un film sui fantasmi molto molto particolare (ma decisamente meritevole di attenzione).
Anche quest'anno non ho applicato nessun criterio particolare o tematico, se non che si tratta di opere con qualche punto di interesse, che sia il puro divertimento o altri fattori. Let's go (to the graveyard)!
[NOTA 1: Tutte le opere descritte nell'articolo sono al momento della stesura dell'articolo, ovvero ottobre 2025, disponibili in VOD o come parte di abbonamenti di servizi streaming. Potete controllare la disponibilità sull'utile portale JustWatch
NOTA 2: Manca la recensione di quello che ritengo essere il miglior film di paura del 2025, ovvero Weapons di Zach Cregger: il motivo è che spero di riuscire a farci un articolo completo nelle prossime settimane, tempo (e ispirazione) permettendo].

Un Banner per il film Longlegs diretto da Oz Perkins

Longlegs (Recensione)

Anni Novanta. L'agente FBI Lee Harker (interpretata da Maika Monroe), alquanto introversa e con alle spalle un'infanzia difficile a causa della madre molto rigida e religiosa, è dotata di poteri di chiaroveggenza, che le hanno permesso di risolvere alcuni casi quasi impossibili. Per questo motivo viene assegnata a un caso irrisolto, legato a una serie di omicidi-suicidi, sulle cui scene del delitto viene sempre rinvenuta una lettera firmata dal misterioso Longlegs (interpretato da Nicholas Cage), un misterioso killer in grado di uccidere anche senza mai essere fisicamente sulle scene. Durante l'investigazione Lee scoprirà di essere coinvolta molto da vicino con questa serie di omicidi, fino a un finale sconvolgente.

Longlegs è stata una delle grandi sorprese al box office dello scorso anno, capace di rastrellare ben 127 milioni di dollari (fonte: BoxOfficeMojo) a fronte di un budget di solo 10. Merito, indubbiamente, di un'efficacissima campagna social che è riuscita a creare interesse intorno alla pellicola, senza peraltro mai mostrare Nicholas Cage con trucco e parrucco. Purtroppo, a conti fatti, il film si è rivelato essere una mezza delusione: il problema più grande è che cerca di seguire alla lettera tutte le regole non scritte degli horror moderni [faccio fatico a utilizzare l'orrendo termine elevated horror] scuola A24 (anche se questa pellicola è uscita per i grandi "rivali" di Neon): svolgimento del film in cui succede ben poco, personaggi che bisbigliano costantemente in modo soffuso, una protagonista introversa al limite dell'autismo, atmosfera fin troppo ricercata [si parla pur sempre di killer satanici, suvvia!] e finale catartico con esplosione di violenza. Peccato che, proprio il finale risulti la parte più debole della pellicola, soprattutto per colpa della scarsissima empatia generata dalla protagonista [è più un problema di sceneggiatura che di recitazione della comunque valida Maika Monroe], che rende i vari twist finali molto meno coinvolgenti di quanto il regista e sceneggiatore Osgood "Oz" Perkins (figlio di Anthony Perkins) avesse immaginato. 
Alla fine, Longlegs è un'occasione persa, in quanto la trama aveva sicuramente potenzialità tra bambole incantate, riferimenti apocalittici e il mistero portante ben costruito; in più il regista dimostra di sapere fare girare bene la telecamera con tante inquadrature non banali e riferimenti azzeccati (ad esempio l'idea di utilizzare le riprese in Super 8 per i flashback, ispirata da Scott Derrickson). E, ovviamente, c'è Nicholas Cage in versione glam metal, in un ruolo pensato appositamente per sfruttare al massimo il suo istrionismo e il suo sapere recitare totalmente sopra le righe. Purtroppo non bastano a sollevare il film da una certa mediocrità e standardizzazione, oltre che da una certa noia. 

Longlegs è disponibile per noleggio e acquisto digitale in VOD sulle maggiori piattaforme dedicate. Il film è inoltre disponibile in formato fisco presso i maggiori store online.. Non ci sono ancora notizie su un possibile approdo su una delle piattaforme streaming.

Un particolare della locandina del film The Monkey

The Monkey (Recensione)

I gemelli Hal e Bill (entrambi interpretati da Theo James) si imbattono in soffitta in un inquietante giocattolo [Nota: ovviamente alla produzione c'è James Wan, vero e proprio guru dei pupazzi sinistri] che ritrae una scimmietta meccanica che suona un tamburo. Quello che non sanno è che il balocco è maledetto, e che, ogni volta che uno dei due fratelli carica la scimmia, qualcuno vicino a loro finisce per lasciarci le penne. Quando la scimmietta finisce per causare la morte della madre (un'ottima Tatiana Maslany) per un aneurisma, i due gemelli sono affidati agli eccentrici zii: Hal e Bill decidono quindi di disfarsi del giocattolo una volta per tutte, buttandolo in un pozzo. 25 anni dopo, però, qualcuno sembra avere recuperato il micidiale balocco dal suo nascondiglio per causare una nuova scia di sangue...

Di certo a Oz Perkins piace stupire il proprio pubblico: dopo un horror iperserioso, soffuso e lento come Longlegs, non era certo preventivabile che il regista americano si dedicasse invece a una sguaiata commedia horror, tra il surreale e il grottesco, il tutto condito da abbondantissime dosi di sangue e gore. E la cosa più sorprendente è che Oz (che qui recita nel ruolo dello zio dei gemelli) ha dichiarato che questo era il film più sentito e personale della carriera: una dichiarazione che parrebbe alquanto assurda, fino a che non si va a vedere la storia personale del regista, con il padre morto per AIDS e la madre passeggera di uno degli aerei che si sono schiantati contro le Torri Gemelle di New York, e a quel punto si intuisce perché sia stato affascinato da una storia basata su morti casuali e assurde. In realtà, il brevissimo racconto di Stephen King che funge da soggetto è un mero pretesto per mettere in piedi un film piuttosto anarchico che mischia brillantemente le morti assurde ed elaborate del franchise Final Destination con dosi massicce di humor nero, cinismo e quintali di sangue e budella. Oz Perkins mostra un'insospettabile attitudine per queste atmosfere grottesche, confezionando un primo atto (introdotto dal gustosissimo prologo con protagonista Adam Scott) clamoroso, divertentissimo, cattivissimo e con una perfetta punta di malinconia. Purtroppo il film (nonostante un cameo clamoroso di Elijah Wood) si spegne un po' nel secondo atto, costretto a mettere in piedi uno straccio di trama con il viaggio di Hal (con figlio a carico) nel tentativo di rintracciare la demoniaca scimmietta: certo, non manca qualche morte assurda e sopra le righe, ma l'impressione è che la pellicola giri un po' a vuoto. Fortunatamente ci pensa un terzo atto assolutamente insensato e apocalittico a risollevare le quotazioni della pellicola in un crescendo di cattiveria e follia; menzione d'onore per il cinismo nella fine totalmente inaspettata di uno dei personaggi. 
In definitiva, pur con qualche difetto (soprattutto nella parte centrale, a tratti noiosetta), The Monkey porta a casa brillantemente il risultato e si candida prepotentemente al ruolo di film horror più spassoso del 2025.

The Monkey è disponibile per noleggio e acquisto digitale in VOD sulle maggiori piattaforme dedicate. Il film è inoltre disponibile in formato fisco presso i maggiori store online.. Non ci sono ancora notizie su un possibile approdo su una delle piattaforme streaming.

Una scena del film Late Night with the Devil

Late Night with the Devil - In Onda con il Diavolo (Recensione)

Notte di Halloween del 1977: il conduttore di talk show Jack Delroy (interpretato da David Dastmalchian), nel tentativo di risollevare gli ascolti, decide di ospitare nel programma (oltre a un sedicente sensitivo e un demistificatore dell'occulto) una ragazzina salvata dalle grinfie di una setta satanica, che dichiara di essere ancora posseduta da un demone. Le cose prenderanno presto una piega alquanto sinistra e sanguinolenta quando il demone comincia a scatenare tutta la propria potenza.

Dopo l'immenso successo di The Blair Witch Project [a proposito, personalmente continuo a ritenerlo uno dei migliori film di paura di tutti i i tempi], che riportò in auge i sotto-generi del found footage e del mockumentary, si assistette a una vera e propria invasione di titoli caratterizzati da telecamere tremolanti, riprese sfocate e piene di rumore, screen recording di desktop e finti documentari. Nonostante alcune gemme (su tutte lo splendido Cloverfield con i suoi riuscitissimi sottotesti relativi all'attacco dell'11 settembre), la saturazione portò presto al disinteresse del pubblico per un sotto-genere che, invece, può dire ancora molto se trattato in modo originale.
È il caso di questo Late Night with the Devil [Nota: Pare che la pellicola sia in realtà molto ispirata dal film argentino Historia de lo Occulto, che però non sono riuscito ancora a recuperare], che, in pratica, ci mostra una puntata di uno dei tipici talk show americani che vanno in onda in seconda serata, integrata da alcuni dietro le quinte. Pur nella sua essenzialità, il film funziona bene: il cast è azzeccato, il tentativo di ricreare un talk show notturno in modo credibile e non artefatto è sostanzialmente riuscito, la tensione è gestita molto bene dai registi Colin Cameron Cairnes, la sceneggiatura (sempre opera dei due fratelli) si rivela essere più intelligente e articolata di quanto sembri, senza ricorrere a inutili spiegoni [peraltro giochicchiando piacevolmente con le teorie del complotto riguardanti il famigerato campeggio Bohemian Grove], e le scene con protagonista la ragazzina indemoniata (interpretata da Ingrid Torelli) indubbiamente efficaci, anche nelle fugaci rotture della quarta parete. Purtroppo, la pellicola finisce per incartarsi proprio sul più bello, prima con la scena con protagonista il demistificatore Carmichael (interpretato da Ian Bliss), davvero fuori luogo per l'utilizzo di un gore alquanto spinto dove non era necessario. Infine, è proprio la scena madre a non funzionare bene, con una CGI davvero troppo posticcia che rompe del tutto la verosimiglianza con una ripresa reale che era stata la spina dorsale dell'opera; sarebbe bastata un po' di grezza artigianalità ed effetti prostetici fatti bene (o un conveniente malfunzionamento della telecamera) per chiudere questo interessante film in modo migliore. Detto questo, Late Night with the Devil è comunque una pellicola degna di nota, che riesce a dire qualcosa di originale nell'inflazionatissimo genere delle possessioni demoniache e che intrattiene lo spettatore per i suoi 95 minuti di durata. 

Late Night with the Devil è un film trasmesso in streaming su Prime Video
La pellicola è inoltre disponibile per il noleggio e acquisto in digitale presso i principali store VOD ed è disponibile in formato fisico presso i maggiori store online.

La locandina del film Strange Darling

Strange Darling (Recensione)

Quella che doveva essere una semplice serata di sesso occasionale tra due persone che si sono appena conosciute, si conclude in una nottata da incubo con l'uomo, conosciuto semplicemente come The Demon (interpretato da Kyle Gallner), che inizia sadicamente a dare la caccia alla donna, conosciuta semplicemente come The Lady (interpretata da Willa Fitzgerald). Ma, forse, la verità è un po' più sfaccettata di così...

L'uscita di Strange Darling, un paio di anni fa, aveva generato molta curiosità, innanzitutto per la confezione, caratterizzata da una tipica estetica da "film da Sundance Festival" [che personalmente comincio a non sopportare più, ma ammetto che si tratta di un gusto prettamente personale], con fotografia su pellicola 35 mm (come dichiarato pomposamente nei titoli di testa) - che rappresenta l'esordio come addetto alla fotografia del famoso attore Giovanni Ribisi - e narrazione non cronologica degli eventi. Ma, soprattutto, per i sottotesti presenti e per il modo del regista e sceneggiatore TJ Mollner di manipolare lo spettatore e ribaltare gli stereotipi e le convenzioni tipiche della cinematografia thriller e horror. Sotto questo punto di vista, Strange Darling può dirsi riuscito, in quanto il regista, merito anche di un cast ben selezionato (in particolare la protagonista Willa Fitzgerald, alle prese con un ruolo tutt'altro che banale), riesce a sorprendere efficacemente lo spettatore con rivelazioni ben costruite e scene inattese, forte anche di un buon ritmo. 
Detto questo, Strange Darling non è certo immune da problemi. Innanzitutto la scelta di narrare la storia in modo non cronologico, oltre a essere uno dei tanti omaggi a Quentin Tarantino presenti nella pellicola, si rivela essere un artificio pretenzioso e utile solo a ritardare (peraltro di giusto qualche minuto) il twist principale, un modo molto furbetto di portare avanti la narrazione. In più, la gestione della trama diventa un po' troppo conveniente verso il finale, con il villain che sfugge miracolosamente alla cattura grazie all'estrema stupidità di qualunque comprimario. Ma, soprattutto, Strange Darling sembra quasi collassare sotto il peso di tutti i sottotesti presenti, oltretutto potenzialmente interessanti, che finiscono per inglobare la narrazione stessa; sottotesti che, tuttavia, sembrano veicolare un messaggio controverso, con alcuni spettatori che hanno addirittura accusato il regista di misoginia.
Insomma, Strange Darling è una di quelle pellicole sicuramente divisive e imperfette, ma che può contare su personalità e idee, per quanto controverse. 

Strange Darling è un film trasmesso in streaming su Prime Video
La pellicola è inoltre disponibile per il noleggio e acquisto in digitale presso i principali store VOD ed è disponibile in formato fisico presso i maggiori store online.

Un banner per il film Bring Her Back - Torna da Me

Bring Her Back - Torna da Me (Recensione)

Dopo la morte del padre, i due fratellastri Andy (interpretato da Billy Baratt) e la disabile (quasi completamente cieca) Piper (interpretata dall'esordiente Sora Wong), sono affidati a Laura (interpretata da Sally Hawkins), una psicologa infantile in aspettativa dopo la tragedia che ha portato alla perdita della figlia, anch'essa ipovedente. Alla donna è già stato dato in affidamento Oliver (interpretato da Jonah Wren Phillips) un bambino che si è chiuso totalmente in se stesso dopo un trauma. Se Piper comincia ad andare subito d'accordo con Laura, adattandosi alla nuova situazione, Andy mostra da subito un atteggiamento conflittuale con la "madre" adottiva, intuendo che ci sia qualcosa di sbagliato in lei e nei suoi comportamenti bizzarri. Con il passare dei giorni diventa chiaro che Laura voglia allontanare Andy, che nel frattempo ha iniziato a essere testimone di fatti sempre più inquietanti riguardanti Oliver: la verità, però sarà molto più pericolosa e terrificante di quanto il ragazzo potesse immaginare.

Tornano su queste pagine i fratelli Philippou dopo il loro valido esordio Talk To Me (QUI la recensione), una pellicola che, a fronte di un'idea davvero originale, finiva però per non rischiare troppo, rimanendo nei comodi sentieri dell'horror moderno scuola A24 (che, non sorprendentemente, avrebbe poi deciso di distribuire la pellicola). Con questo Bring Her Back, i due registi australiani mostrano una più che apprezzabile evoluzione e una personalità già definita. Benché le premesse non siano effettivamente troppo originali (senza svelare troppo, c'è più di un elemento preso di peso dall'Hereditary di Ari Aster, oltre al tema un po' abusato dell'orrore come metafora dell'elaborazione di un lutto), la pellicola risulta invece davvero efficace nel cuocere tutti gli ingredienti a fuoco lento senza mai sconfinare nella noia, con il livello di inquietudine che cresce costantemente fino a regalare un paio di scene davvero potenti che turberanno i sonni dei più sensibili [in particolare di chi ha il terrore dei dentisti] e che invece hanno il perfetto contraltare in un finale anticlimatico, ma emozionalmente perfetto. Ottima anche la sceneggiatura (opera di Danny Philippou e Bill Hinzman) che tratta lo spettatore in modo intelligente senza includere inutili spiegoni (basta un minuto di filmato di una vecchia videocassetta piazzato al punto giusto per illustrare tutto l'intreccio); da sottolineare anche la presenza di una lunga scena, quella dell'ubriacatura collettiva dopo il funerale del padre dei fratelli, che pare messa lì ad allungare il minutaggio e che invece è un ottimo modo per mostrare allo spettatore alcune caratteristiche fondamentali dei protagonisti senza bisogno di lunghi e noiosi dialoghi. In tutto questo, sono da lodare le prestazioni di un'attrice solidissima come Sally Hawkins alle prese con un ruolo molto sfaccettato, e l'esordio alla recitazione di Sora Wong, francamente impressionante nel veicolare così bene le complesse emozioni, contando anche la reale disabilità dell'attrice.
Per contro, non ho molto apprezzato tutta la trama relativa alla manipolazione maligna di Andy da parte di Laura (il cosiddetto "Gaslighting"), che ho trovato meno a fuoco rispetto al resto del film, per quanto indubbiamente irritante (in senso positivo, ovviamente); così come la gestione della trama nel secondo atto, con la narrazione che arriva un po' con il fiato corto (mi riferisco in particolare alla scena con l'assistente sociale, un po' tirata via) prima dell'ottimo finale.
In definitiva uno dei migliori film horror degli ultimi anni, che lanciano i Philippou nel novero dei nomi da tenere assolutamente d'occhio; tra l'altro Bring Her Back è una di quelle pellicole che, in qualche modo, ti rimangono attaccate dopo la visione e a cui ho ripensato molto, altro segnale di qualità.

Bring Her Back è disponibile per noleggio e acquisto digitale in VOD sulle maggiori piattaforme dedicate. Il film è inoltre disponibile in formato fisco presso i maggiori store online.. Non ci sono ancora notizie su un possibile approdo su una delle piattaforme streaming.

Un Banner per il film Presence, diretto da Steven Soderbergh

Bonus! Presence (Recensione)

La famiglia Payne (madre, padre, figlio maggiore e figlia minore) si trasferisce in una nuova casa, ignara del fatto che, per le sue stanze, si aggiri una misteriosa presenza spettrale [lo spettatore sostanzialmente vede sempre ciò che vede lo spettro], che, però, non pare avere intenzioni malevole. Il fantasma è in particolare attirato dalle attività di Chloe (interpretata da Callina Liang), la figlia minore e sembra quasi volerla proteggere. Ma chi è il fantasma? Ed è davvero una presenza benevola o finirà per fare del male alla famiglia?

Chiudiamo questa rassegna dedicata ai film per Halloween con una pellicola alquanto peculiare, che parrebbe avere tutti gli elementi di un classico film horror [compresa la locandina qui sopra, ma non fatevi ingannare], ma che invece si rivela essere un film drammatico e alquanto ben concepito, senza scene di paura. Non stupisce che a realizzarlo sia stato Steven Soderbergh, un regista alquanto eclettico e prolifico, capace di passare con naturalezza da produzioni mainstream infarcite di star a piccoli progetti semi-indipendenti e sperimentali. È inoltre nota la passione di Steven per l'atto delle riprese in sé - tanto da inventarsi un "nom de plume" per essere spesso accreditato sia come regista che come primo operatore - e per la sperimentazione, tanto da essere stato [credo] il primissimo regista mainstream a realizzare un'opera interamente ripresa un vecchio iPhone.
Partendo da queste premesse, non risulta difficile comprendere cosa abbia attirato il buon Steve in un progetto come Presence, ovvero una pellicola dove lo spettatore condivide il punto di vista (in prima persona) dello spettro e che risulta quindi una serie di elaborati piani sequenza, peraltro ripresi con una relativamente economica macchina fotografica mirrorless della Sony, operata ovviamente dallo stesso Soderbergh. Verrebbe da pensare che tutta l'operazione (peraltro realizzata alquanto bene dal punto di vista tecnico) non sia altro che un elaborato e sterile esercizio di stile, ma, per fortuna, Presence può contare su un'ottima sceneggiatura scritta dal veterano David Koepp (il primo Jurassic Park e il primo Spider-Man di Raimi tra le sue opere più note): uno script che tratta lo spettatore con intelligenza e che riesce a tratteggiare benissimo le psicologie dei personaggi con pochi, efficaci tocchi. Pensiamo, per esempio, al personaggio della madre Rebekah (interpretata da Lucy Liu), donna ambiziosa che ha occhi solo per il figlio maggiore Tyler (classico personaggio forte negli sport e popolarissimo a scuola) e che non prova invece alcune empatia per la problematica e introversa figlia Chloe. Insomma, Presence non si ferma al suo high concept di film che segue il punto di vista di uno spettro, ma rivela una sceneggiatura di ottimo livello, che non si perde via in scene inutili e che costruisce con sagacia il suo twist finale, alquanto spiazzante, quanto coerente. L'unico vero appunto che mi sento di muovere alla pellicola è che, sebbene non sia né un horror né un thriller come già appurato, fatichi moltissimo a creare tensione anche nel paio di scene dove invece sarebbe decisamente servita. Aldilà di questo, possiamo ritenere Presence un esperimento riuscito e una gemma nascosta, meritevole di essere riscoperto dopo un veloce passaggio nelle sale passato sostanzialmente inosservato.

Presence è disponibile per noleggio e acquisto digitale in VOD sulle maggiori piattaforme dedicate. Il film è inoltre disponibile in formato fisco presso i maggiori store online.. Non ci sono ancora notizie su un possibile approdo su una delle piattaforme streaming.

Buon Halloween e buona Festa di Ognissanti, ovviamente!
L'immagine seguente con protagonista Harley Quinn è disegnata da Frank Cho ed è ovviamente copyright di DC Comics.

Una pinup di Harley Quinn disegnata da Frank Cho

 

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