MCU Fase 6 - Eyes of Wakanda e Marvel Zombies (Recensioni)

Un collage di due poster dedicate alle miniserie di animazione Marvel Zombies e Eyes of Wakanda

Recensione a cura di Albyrinth  - tutte le immagini sono copyright degli aventi diritto

Nota Importante: la seguente recensione contiene alcuni SPOILER minori sulle miniserie animate Eyes of Wakanda e Marvel Zombies, grazie.

Dopo la conclusione del più che discreto show What If...? [potete leggere le recensioni delle tre stagioni cliccando sui seguenti link: Stagione 1; Stagione 2; Stagione 3] e dopo gli ottimi riscontri di critica e pubblico con le prime stagioni di X-Men '97 e Friendly Neighborhood Spiderman [entrambe ufficialmente esterne al MCU] è tempo per i Marvel Animation Studios di tornare con due miniserie di quattro episodi ciascuna molto differenti tra loro. 
Eyes of Wakanda è una miniserie antologica ambientate in vari momenti della storia che, con la scusa di narrare le missioni segrete dei War Dogs [le spie wakandiane], ci mostra l'evoluzione della civiltà wakandiana nei millenni, finendo per agganciarsi in modo sorprendente al film di Black Panther
Marvel Zombies, come è facile intuire dal titolo, ci porta in territori horror e, più precisamente, ci mostra invece un universo alternativo [già visto in un non memorabile episodio della prima stagione di What If...?] dove un letale virus ha trasformato in zombi la gran parte della popolazione terrestre, inclusi quasi tutti i supereroi; la scoperta di un oggetto in grado di cambiare il destino di questo universo morente potrebbe cambiare tutto. Due serie sicuramente differenti: la prima con personaggi totalmente inediti [o quasi], la seconda una storia corale con quasi tutti i supereroi Marvel presenti all'appello. Meritano dunque la visione? Tutto sommato entrambe superano sicuramente la sufficienza, anche se credo si sarebbe potuta sfruttare meglio l'enorme libertà creativa garantita dall'animazione.
Il persoaggio di Memmone, uno die protagonisti della miniserie animata Eyes of Wakanda

Eyes of Wakanda (Recensione)

Eyes of Wakanda è una serie antologica che ci porta in quattro epoche differenti per seguire le avventure di alcuni War Dogs (l'organizzazione spionistica del Wakanda che aveva il compito di mantenere celata l'esistenza del piccolo stato africano al mondo) nel tentativo di recuperare artefatti in vibranio finiti nel mondo "esterno", la cui tecnologia è indietro di secoli. Abbiamo così un episodio ambientato nel Mar Mediterraneo nel 1320 A.C. con un ex-agente wakandiano che sta mettendo in piedi un impero grazie alle avanzate conoscenze tecnologiche; la seconda puntata invece ci porta nei momenti finali della Guerra di Troia, dove conosciamo un agente infiltrato tra i greci, con l'obiettivo di recuperare un artefatto finito nella mani di Elena; il terzo episodio ci porta invece nel mistico regno di K'un Lun, dove un agente piuttosto spaccone ed egocentrico deve recuperare un artefatto da una statua sacra, ignorando il fatto il regno abbia un protettore piuttosto potente; infine, la serie si conclude durante la Guerra di Abissinia (!) con un agente e il suo giovane apprendista che devono recuperare un oggetto nel bel mezzo dei combattimenti, e che si troveranno di fronte a una scelta molto complicata con in ballo il futuro stesso di Wakanda.

Strano progetto quello di Eyes of Wakanda: tra tutte le storie che si sarebbero potute narrare sfruttando la sterminata libertà garantita dall'animazione, difficilmente avrei potuto ipotizzare di vedere uno show antologico dedicato alla storia del fittizio stato di Wakanda. In realtà, la scelta è più facile da comprendere pensando che il primo film dedicato a Black Panther è stato non solo un enorme successo negli Stati Uniti, ma anche un vero e proprio fenomeno sociologico, dovuto in gran parte al fatto che si trattava di uno dei primissimi supereroi di colore che celebrava la cultura africana. A seguito di questo successo [non solo di pubblico, ma anche critico, con la pellicola che è stata addirittura nominata a 7 premi Oscar, compreso quello per il miglior film, portandone a casa 3], la Marvel non ci ha pensato sopra due volte prima di stringere un accordo con Proximity Media, la casa di produzione del regista del film, Ryan Coogler, per lo sviluppo di una o più serie ambientate a Wakanda. Dopo molte idee scartate, alla fine l'ha spuntata appunto la seria antologica animata Eyes of Wakanda.

Una scena tratta dal primo episodio della serie antologica Eyes of Wakanda

L'idea di farne una serie antologica composta da quattro, veloci, puntate da mezz'ora ciascuna è buona, in quanto non presuppone grandi conoscenze pregresse (giusto il primo film di Black Panther) ed è perfetta sia per una visualizzazione in mobilità, sia per la visione in blocco, come se fosse un unico film di due ore. Ciò che non convince è lo spunto di partenza in quanto, sinceramente, poco accattivante. Mi spiego meglio: tralasciando i completisti, è difficile attirare l'attenzione dello spettatore con una trama così generica, in cui non appare nessun personaggi di rilievo del MCU (giusto un paio di varianti di Black Panther e Iron Fist) e totalmente basata sullo stato fittizio di Wakanda. 
Detto questo, non si può non citare il grande punto di forza di Eyes of Wakanda, ovvero la qualità delle animazioni. In particolare, la scelta di utilizzare sfondi dipinti e acquerellati, con colori ipersaturi, dona immediatamente una personalità unica e riconoscibile alla serie; su questi si innestano animazioni di livello, molto fluide e dinamiche, soprattutto nelle scene d'azione. Un plauso, infine, anche al character design, parecchio audace e ispirato. Insomma, aldilà di qualche tentennamento nell'episodio conclusivo, dal punto di vista tecnico, la qualità di Eyes of Wakanda è praticamente ineccepibile. 

Dove invece lo show arranca è dal punto di vista dell'originalità degli intrecci, che si appoggiano a soluzione viste e straviste. Il primo episodio è una variazione di un tema classicissimo come quello del ribelle che finisce per farsi conquistare dalla fame di potere rinnegando la libertà che egli stesso anelava. Il secondo è una rivisitazione di un mito classico con elementi "estranei". Il terzo propone un altro tema decisamente già visto come quello del protagonista bravo, ma sbruffone che combina un grosso casino, ma grazie alla sua furbizia salva capra e cavoli, imparando al contempo una lezione di umiltà. Il quarto, infine, propone un paradosso temporale dove un personaggio proveniente dal futuro appare nel presente per salvare l'universo dalla distruzione.
Nonostante questo, i primi due episodi sono indubbiamente molto piacevoli da vedere, il primo quasi totalmente basato sull'azione e il secondo che lavora bene su un miti conosciutissimi come la Guerra di Troia e Ulisse. Meno bene, invece i due episodi finali: il terzo sembra una puntata di una tipica sit-com degli anni '90 il cui unico vero punto di interessa è la presenza di un'azzeccata e stilosa versione di Iron Fist, mentre il quarto (peraltro caratterizzato da una qualità leggermente minore delle animazioni) è un po' un pastrocchio di viaggi nel tempo e lezioncine morali che ho trovato fin troppo scontato.

Il personaggio di Iron Fist, introdotto nel terzo episodio di Eyes of Wakanda

Per carità, è anche giusto che una serie antologica basata su personaggi inediti finisca per andare a ricercare intrecci e strutture ben note per evitare di sprecare troppo tempo tra world building, spiegazioni e flashback, ma credo che si potesse fare un lavoro più ricercato e sottile per legare gli episodi tra loro e dare un maggiore senso di completezza, che viene dato giusto dal twist finale che lega l'ultimo episodio al primo film di Black Panther. In conclusione, Eyes of Wakanda è uno show animato caratterizzato da ottimi valori produttivi, in particolare per quanto riguarda la fluidità delle animazioni, il character design e gli splendidi sfondi dipinti; meno buono il lavoro alla sceneggiatura, tra trame poco accattivanti, intrecci un po' troppo scontati e caratterizzazioni stereotipate, difetti che rischiano di fare passare inosservata questa serie animata, che comunque si lascia vedere e che vi occuperà giusto una serata o un paio di viaggi sul treno.

Eyes of Wakanda è una serie TV animata in quattro episodi trasmessa in esclusiva in streaming su Disney+.

Un particolare di un banner ufficiale per la serie animata Marvel Zombies

Marvel Zombies (Recensione)

In universo alternativo,  un misterioso virus ha infettato la maggior parte della popolazione terrestre (inclusi moltissimi dei supereroi più potenti), trasformandola in mostruosi zombi affamati di carne umana. Rimangono ormai poche oasi che accolgono vari sopravvissuti, come quella a New York che ospita le tre amiche Kamala Khan (Ms. Marvel), Riri Williams (Ironheart) e Kate Bishop (Hawkeye). Quando un quinjet si schianta all'improvviso per le strade, il trio scoprirà che contiene un segreto, ovvero un trasmettitore galattico con cui chiedere aiuto e, forse, salvare la Terra dalla condanna. Le tre amiche dovranno quindi partire per un pericolosissimo viaggio per le strade infestate da morti viventi per andare a chiedere aiuto a una base segreta SHIELD ancora in attività. Sulla loro strada, il trio dovrà non solo salvarsi da potentissimi supereroi divenuti zombi, ma anche fronteggiare l'orda, una legione sterminata di morti viventi agli ordini di Wanda Maximoff, divenuta la potentissima Regina dei Morti.

La miniserie animata Marvel Zombies nasce come continuazione del quinto episodio [in realtà uno dei meno riusciti, secondo me] della prima stagione della serie antologica What If...?, che a sua volta prendeva spunto da una popolare miniserie a fumetti del 2005 scritta da Robert Kirkman (vero e proprio guru fumettistico per quanto riguarda i morti viventi in quanto ideatore del ben noto franchise The Walking Dead) e disegnata dal grande Sean Phillips. Una miniserie decisamente sopra le righe dove i due fumettisti si divertivano sfruttando la totale libertà creativa tra inedite scene splatter, un po' di sana cattiveria e tante situazioni volutamente sopra le righe (c'è pure Zombi Galactus!) che hanno reso la graphic novel un piccolo cult.
L'episodio E se... gli zombie invadessero la Terra?! (scritto e ideato dalla showrunner A.C. Bradley) si ispirava più al concept del fumetto, imbastendo una trama apocalittica che vedeva i pochi supereroi rimasti vivi tentare di salvare il mondo dalle minacce di Thanos e Scarlet Witch, entrambi in versioni zombi: tante idee, forse anche troppe, con il worldbuilding che finiva per inglobare totalmente la narrazione e una trama talmente densa di avvenimenti da essere difficile da seguire, compressa in meno di mezz'ora. Nonostante questo, la puntata sembra avere riscosso un certo interesse presso gli spettatori, tanto da convincere la Marvel a dare il via libera a un seguito sempre animato, un progetto che avrebbe incontrato qualche difficoltà tecnica e sarebbe stato posticipato alcune volte, finendo poi nella Fase 6 del MCU, rilasciato qualche settimana prima di Halloween. 

Il personaggio di Thanos dalla miniserie animata Marvel Zombies

La possibilità di contare su quattro episodi (questa volta scritti dal ben noto fumettista Zeb Wells) permette quindi di narrare una storia più ampia e, soprattutto, di evitare di comprimere esageratamente la trama, che peraltro è piacevolmente lineare: il trio di amiche deve andare da New York all'Ohio evitando incontri con i morti viventi e da lì si sposterà prima nell'Oceano, poi a Nuova Asgard e infine nello spazio. Un intreccio molto classico (quello del viaggio a cui si aggiungono mano a mano nuovi alleati e amici) che funziona tutto sommato bene fino all'ovvio finale apocalittico. Zeb Wells, potendosi appoggiare al world building già delineato nell'episodio di What If...?, ha quindi tutto il tempo per caratterizzare al meglio i protagonisti (soprattutto Ms. Marvel, protagonista assoluta dello show), farcire la narrazione con tante riuscite scene d'azione e con un'inaspettata diose di violenza e splatter.
Sinceramente, il mio timore era che avremmo visto una versione edulcorata degli zombi e invece la miniserie presenta parecchie scene piuttosto violente, tra teste che esplodono e corpi che si disintegrano; certo manca un po' il voyeurismo tipico del genere gore, con il montaggio che è volutamente velocissimo per evitare di soffermarsi troppo sui dettagli più impressionanti, togliendo quindi potenza al lato più squisitamente horror, ma è comunque molto sorprendente vedere un tasso così alto di violenza in un'opera Marvel.

È inoltre apprezzabile un certo coraggio nell'inserire scene totalmente insensate come quella che apre la seconda puntata, ambientata a San Francisco con Shang Chi, Katy e l'agente Woo tentano di sopravvivere tra esplosioni, zombi e scarafaggi giganti, che si chiude in uno spettacolare omaggio all'universo di Mad Max. 
Per quanto riguarda l'animazione, lo stile scelto è prevedibilmente quello in cel shading dello show What If...? e mantiene gli alti standard di qualità raggiunti nel corso della terza stagione della serie, risultando sempre fluida e convincente anche quando su schermo si muovono letteralmente migliaia di personaggi e l'azione si fa alquanto concitata. Anche il character design è di ottima qualità e risulta decisamente più curato rispetto all'episodio che ha dato vita a questa miniserie, in particolare nel caratterizzare in modo convincente i tanti supereroi in versione zombi. 

Tre personaggi presenti nella miniserie animata Marvel Zombies

Quello che invece non funziona bene è la gestione della trama. Sinceramente quando viene introdotta una "quest" principale e poi si finisce per scoprire che questa non porta praticamente a nulla nell'economia della narrazione mi sento sempre preso per i fondelli, ancora di più quando occupa (peraltro brillantemente) tre quarti della narrazione. Capisco che la volontà di Zeb Wells era quella di giungere a una grandiosa e apocalittica resa dei conti tra la orda di zombi guidati da Wanda e i pochi eroi superstiti, ma c'erano sicuramente modi più eleganti per arrivarci piuttosto che rendere la sottotrama del trasmettitore il fulcro della storia solo per poi dire "vabbè, scherzavamo, adesso via con le botte da orbi!". Altro elemento critico è la villain, ovvero Wanda Maximoff in versione Regina dei Morti. Esattamente come nell'episodio di What If...?, le sue motivazioni risultano sempre generiche e poco chiare e la sua caratterizzazione stereotipata non va oltre quella della stronza psicopatica onnipotente; inoltre non viene spiegato in nessun modo per cui un personaggio così potente abbia bisogno dell'aiuto di Kamala.
In definitiva, Marvel Zombies, per i suoi primi tre episodi, è uno show di buon intrattenimento, caratterizzato da una trama accattivante, scene d'azione ben eseguite, animazioni di buona qualità e caratterizzazioni semplici, ma comunque valide. Purtroppo, il twist che apre la quarta puntata riduce la trama principale a un orpello inutile per arrivare alle botte da orbi d'ordinanza con centinaia di personaggi coinvolti, unite a una villain monodimensionale guidata da motivazioni poco credibili rovinano in parte la visione dello show. Vale comunque lo stesso discorso fatto per Eyes of Wakanda: la durata contenuta e il fatto che non richieda conoscenze pregresse (neppure l'episodio "pilota" di What If...?, efficacemente riassunto in un paio di brevi flashback) lo rende  una visione poco impegnativa, perfetta per il mese più orrorifico dell'anno.

Marvel Zombies è una serie TV animata in quattro episodi trasmessa in esclusiva in streaming su Disney+.

Il logo dei Marvel Studios Animation

In Conclusione

Eyes of Wakanda e Marvel Zombies sono due show che sposano perfettamente la nuova politica dei Marvel Television, presentando storie semplici, fruibili a se stante e richiedendo una conoscenza relativamente limitata del MCU. Detto questo, le due miniserie si distinguono per gli ottimi valori produttivi e per animazioni di livello, oltre che per la compattezza, visto che riescono a narrare la loro storia in meno di due ore. Per contro, un concept un po' deboluccio e una seconda metà meno ispirata per Eyes of Wakanda, e una gestione della narrazione problematica per Marvel Zombies, sono problemi oggettivi che bisogna comunque considerare. In definitiva, questi due show si possono considerare come intrattenimento di livello discreto, anche se tutt'altro che imperdibili e facilmente dimenticabili. Lode comunque ai Marvel Animation Studios per gli enormi passi avanti fatti dagli incerti esordi della prima stagione di What If...?: la libertà creativa assoluta garantita dall'animazione è un fattore che va sfruttato appieno nella "ricostruzione" del MCU.

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