MCU Fase 5 - Daredevil Rinascita (Stagione 1 - Recensione)

 Una locandina per la serie TV Daredevil Born Again

Recensione a cura di Albyrinth - tutte le immagini sono copyright degli aventi diritto

Nota Importante: Questo articolo contiene alcuni SPOILER riguardanti la serie Daredevil Rinascita. Grazie.

Daredevil Rinascita non solo è il penultimo atto della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe (MCU da questo momento), ma è anche una serie attesissima che riporta in scena personaggi molto amati quali il Daredevil interpretato da Charlie Cox e il Kingpin interpretato da Vincent D'Onofrio, visti precedentemente nelle acclamate tre stagioni della serie uscita originariamente su Netflix (da un paio di anni "migrata" su Disney+). L'approdo dei due personaggi nel MCU è stato indolore o, come molti fan temevano, è toccato loro un processo di edulcorazione per venire incontro ai dettami di mamma Disney? Nonostante una lavorazione alquanto travagliata che ha visto un cambio di showrunner, una sostanziale riscrittura, un complesso lavoro di taglia e cuci e un bel numero di riprese aggiuntive, incredibilmente Daredevil Rinascita riesce a portare a casa il risultato, nonostante la serie giri un po' a vuoto in alcuni episodi.

Una scena tratta dal secondo episodio della serie TV Daredevil Rinascita

Le Vecchie Abitudini Sono Dure A Morire

A seguito di alcuni eventi drammatici, Matt Murdock (interpretato da Charlie Cox) decide di appendere il costume di Daredevil al chiodo, aprire un nuovo studio e ripartire sostanzialmente da zero. Contemporaneamente, anche l'acerrimo nemico di Matt, ovvero Wilson Fisk (sempre interpretato da Vincent D'Onofrio), ha deciso di cambiare vita, abbandonando (apparentemente) le attività criminali per candidarsi a sindaco di New York. Se, inizialmente, le cose vanno bene a entrambi, piano piano il richiamo della vita da vigilante per Matt (frustrato per quello che è accaduto a uno dei suoi clienti) e di quella da gangster per il secondo diviene sempre più forte, fino a che le loro strade torneranno a incrociarsi, con conseguenze alquanto drammatiche e sanguinose. Solo che adesso Kingpin non è semplicemente a capo di un impero criminale, è il sindaco di New York!

Il logo della serie tv Daredevil, trasmessa inizialmente da Netflix

La Serie Netflix

Nel 2013 Marvel Television (ai tempi entità separata dai Marvel Studios e sotto il controllo di Ike Perlmutter) decise di iniziare a sviluppare un progetto basato su alcuni personaggi minori del Marvel Universe, caratterizzati da tematiche più crude e adulte, e da un'ambientazione urbana. I quattro personaggi in questione, Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist, avrebbero avuto ciascuno una serie tv personale per poi incontrarsi in una seria crossover, ovvero i Defenders. Trovato un partner produttivo in Netflix (ai tempi licenziatario esclusiva dei film Disney in streaming, nonostante la casa di Topolino stesse già iniziando a pianificare il lancio di una piattaforma streaming proprietaria), nel 2015 può finalmente arrivare sugli schermi la prima stagione di Daredevil. Nonostante un rapporto molto conflittuale tra gli showrunner e la Marvel Television (che metteva sostanzialmente il becco su qualunque cosa, imponendo anche scelte deliranti quali la durata di 13 episodi per stagione), la serie dedicata a Daredevil si rivelò un grande successo di pubblico e critica.
Merito di un casting azzeccatissimo sia per quanto riguarda il protagonista Matt Murdock (Charlie Cox) che per il villain Kingpin (Vincent D'Onofrio), ma anche merito soprattutto di una costruzione meticolosa dei personaggi, di un'atmosfera molto oscura e tesa, e dei combattimenti, realistici e crudi, ma realizzati sempre in modo molto stiloso. Prendendo spunto dal ciclo di Frank Miller e, soprattutto, dalla miniserie L'Uomo Senza Paura, lo showrunner Steven S. DeKnight riesce a delineare alla perfezione il personaggio di Matt, totalmente lacerato tra la volontà di costruirsi una vita normale come avvocato e la necessità di dare sfogo ai suoi impulsi più violenti per ottenere giustizia. Suo perfetto contraltare è il gangster Kingpin, spietato e mosso da un'insaziabile sete di potere, ma al contempo segnato dai traumi infantili e incapace di controllare adeguatamente le proprie emozioni sotto stress. Tutta la prima stagione è un continuo crescendo con Matt sempre più ossessionato dal distruggere l'impero criminale di Kingpin e dei suoi alleati e lo stesso Kingpin sempre più potente e intoccabile, fino all'inevitabile scontro finale. Nonostante l'estrema lentezza (i 13 episodi sono decisamente troppi), la prima stagione di Daredevil è ancora oggi uno dei migliori prodotti televisivi legati ai fumetti.

Purtroppo, con l'abbandono dello showrunner Steven S. DeKnight, la serie ha un deciso calo: senza più la dicotomia fondamentale Devil-Kingpin (il gangster appare giusto in un memorabile cameo a metà stagione), manca il motore trainante e la trama scelta per la seconda stagione che coinvolge il personaggio di Elektra e il clan di ninja soprannaturali (!) della Mano (fondamentali per quella che sarà poi la trama portante della serie crossover Defenders) non convince. Vedere Matt, follemente innamorato di Elektra, comportarsi come un adolescente in crisi ormonale stride totalmente con la serietà della caratterizzazione e gli elementi soprannaturali stonano parecchio con le tipiche atmosfere urbane della prima stagione. Insomma, pur caratterizzata da buoni valori produttivi, da combattimenti ancora più curati e stilosi, e nonostante una buona introduzione del personaggio di Frank Castle-Punisher (interpretato da Jon Bernthal) che ruba la scena agli stessi protagonisti, la seconda stagione arranca parecchio. 
Non stupisce quindi che, con la terza stagione, si torni al canovaccio della prima, con la dicotomia Devil-Kingpin a reggere la scena, a cui si aggiunge un elemento imprevedibile, ovvero il personaggio dell'infallibile e squilibrato killer Bullseye (interpretato in modo molto efficace da Wilson Bethel). Pur ricalcando in parte la struttura della prima stagione e nonostante alcune lungaggini e personaggi non proprio memorabili (soprattutto l'agente Raul Nadeem, quasi fastidioso nella sua ingenuità), la terza stagione di Daredevil riporta la serie a livelli di eccellenza, giungendo a una conclusione soddisfacente. Nonostante il buon successo (a differenza delle altre serie legate ai Defenders, in netto calo di apprezzamento), la serie viene cancellata: i motivi sono squisitamente politici. Disney, nel frattempo, aveva ufficializzato l'arrivo a breve di una piattaforma streaming proprietaria, che si proponeva come concorrente diretta della stessa Netflix. Da qui la decisione di cancellare tutto il progetto legato ai Defenders, sapendo che poi i diritti dei personaggi sarebbero tornati nella mani di Disney al termine dei contratti senza possibilità di estensioni. Sembrava la fine del personaggio o, meglio, di questa versione del personaggio, con i Marvel Studios che avevano etichettato le serie dei Defenders come non canoniche e ambientate in un altro universo (scelta su cui avrebbero presto cambiato idea), ma, evidentemente, il casting di Charlie Cox e Vincent D'Onofrio era troppo perfetto per essere ignorato...

La vcomparsata di Daredevil all'interno della serie TV She-Hulk

L'Incerto Approdo nel MCU

Nonostante la decisione di dichiarare (più o meno ufficiosamente) le serie Netflix (troppo violente e adulte) come non canoniche, i Marvel Studios non volevano rinunciare la personaggio di Daredevil e alla sua nemesi Kingpin, ma divenne presto chiaro come fosse impossibile pensare a un recasting, peraltro a così pochi anni di distanza dalla conclusione della terza stagione. Quindi ecco l'idea "geniale": ingaggiare nuovamente Charlie Cox e Vincent d'Onofrio per i ruoli, sfruttando però la libertà creativa del multiverso per introdurli nel MCU in una versione più affine al tono generale delle produzioni cinematografiche Marvel. Sostanzialmente una versione più edulcorata nei toni e nella violenza esplicita, con i personaggi presentati come più solari e pronti alla battutina. Un'inversione di rotta che, con la dovuta cura e preparazione avrebbe anche potuto funzionare, ma che è invece avvenuta nel pieno caos creativo della Fase 4, con Kevin Feige e soci che avevano perso il controllo a causa dell'aumento esponenziale del numero di prodotti targati Marvel. 
Tolto il velocissimo cameo di Charlie Cox all'interno di Spider-Man: No Way Home, comunque efficace e riuscito, è poi toccato al Kingpin di Vincent d'Onofrio esordire nel MCU all'interno della serie Hawkeye e, purtroppo, sono già dolori: non solo il personaggio è fortemente depotenziato, ma si presenta come un gangster da operetta con camicia hawaiana e capello cubano, che ha ben poco a che vedere con il machiavellico, tormentato e violento villain delle serie Netflix.
Tocca poi a Daredevil il "trattamento MCU", apparendo in un paio di puntate della serie She-Hulk dove, coerente con il tono da sit-com meta dell'opera, si presenta in una versione estremamente più solare e giocherellona (fedele alla primissima incarnazione del personaggio nei fumetti), con tanto di costume giallo e nottata di passione con la stessa Jennifer Walters. Un cameo che porta una valanga di critiche da parte dei fan storici inferociti e che affossano la stessa serie (peraltro una delle più costose in assoluto del MCU).
Tocca poi a Kingpin ritornare all'interno di Echo, in una versione che, fortunatamente, prende le distanze da quella un po' cialtronesca di Hawkeye, ripresentandosi come personaggio di un certo spessore, non ancora lo spietato e tridimensionale boss delle serie Netflix, ma un personaggio potente, cinico e violento, e al contempo un padre fragile e scosso dai sentimenti che prova per la figlia adottiva Maya/Echo.
Nonostante questi primi approcci confusi, a volte disastrosi, a volte più riusciti, l'amore del pubblico verso il Daredevil di Charlie Cox e il Kingpin di Vincent D'Onofrio sembra essere rimasto fortissimo, tanto da convincere i Marvel Studios a dare il via libera a una maxiserie di 18 puntate (!) che riportasse in modo definitivo i personaggi nel MCU, ovvero Daredevil Rinascita [Nota: per la cronaca, a parte il nome, la serie c'entra ben poco con il capolavoro a fumetti realizzato da Frank Miller e David Mazzucchelli, peraltro abbondantemente saccheggiato nella prima stagione della serie Netflix]. Le cose, però, non sarebbero andate affatto lisce.

Una scena tratta dall'episodio 5 di Daredevil Rinascita

Una Lavorazione Complicatissima

La maxiserie, affidata inizialmente agli scrittori Matt Corman e Chris Ord, era stata pensata come un cosiddetto "soft reboot" per Daredevil e Kingpin, ovvero non sarebbe stato il sequel diretto del serial trasmesso originariamente da Netflix, ma ne avrebbe mantenuto i due attori principali (ma non i comprimari, con addirittura Vanessa Fisk interpretata da un'altra attrice) e le premesse di base, rendendo invece i personaggi più "adatti" alle atmosfere del MCU. È quindi abbastanza ovvio come si volesse continuare a rappresentare i protagonisti in maniera meno violenta e adulta: un cambiamento di rotta che avrebbe potuto avere senso ripartendo totalmente da zero con nuovi attori, ma che, in questo modo, rimaneva a metà del guado, rischiando di scontentare tutti i fan storici e generando confusione in quelli nuovi. Che è esattamente quello che deve avere pensato Kevin Feige dopo avere visto i primi episodi. 
In realtà, i report dei soliti beninformati sostengono che il dirigente Marvel avesse totalmente odiato quanto visto, ma è più probabile che si fosse reso conto che l'approccio scelto con i protagonisti originali non avrebbe mai funzionato. Così Kevin ha silurato Corman e Ord, sostituendoli con Dario Scardapane, già showrunner della violenta serie dedicata al Punisher, ordinando così un ritorno alle atmosfere della serie Netflix [Nota: le serie dei Defenders sono divenute nel frattempo "canoniche" e ufficialmente parte del MCU] e mettendogli a disposizione un cospicuo budget per eseguire nuove riprese che fungessero da raccordo con quelle già fatte. Oltre a questo, la serie è stata divisa in due stagioni e sono stati richiamati alcuni degli attori principali del Daredevil di Netflix, inclusi gli interpreti di Foggy, Karen, Vanessa Fisk e Bullseye, incredibilmente assenti nella "vecchia" versione di Daredevil Rinascita.
Insomma, al buon Dario Scardapane è capitato un lavoro tremendo: ribaltare totalmente la serie girando nuove scene senza sforare il budget e, al contempo, salvare il salvabile delle puntate già girate: un infernale (quanto abile) lavoro di taglia e cuci che, incredibilmente, funziona meglio del previsto, soprattutto nella prima metà. 
Ma com'era veramente la prima versione di Daredevil Rinascita? Difficile dirlo, visto l'invisibile lavoro di sutura dello showrunner tra vecchio e nuovo girato, ma i già citati report raccontavano di uno show inizialmente ambientato quasi totalmente in tribunale [con Matt che rinunciava al costume di Daredevil in seguito a un evento drammatico avvenuto dietro le quinte], con pochissima azione e con un tono generalmente più solare. Un buon modo per capire qual era l'idea originaria della serie è l'episodio 5, in quanto, come lo stesso Charlie Cox ha dichiarato, era stato girato per la "vecchia" serie: aldilà della critica (più che legittima) dell'attore sulla verosimiglianza della vicenda nel 2025, si avverte un tono differente, più leggero, non solo per la presenza di un ospite da un altra serie del MCU che non ci azzecca molto con il personaggio di Daredevil, ma anche per i rapinatori sopra le righe e quasi simpatici. Inoltre, non c'è abbastanza tensione e lo stesso Matt sembra un po' troppo sicuro di se stesso in una situazione così spinosa e con così tante persone in pericolo. Un episodio in realtà anche ben girato e godibile, ma che sembra quasi un corpo estraneo nella narrazione, soprattutto se messo a confronto con la drammaticità degli episodi iniziali e finali.

Una scena del primo episodio di Daredevil: Rinascita

Un Inizio col Botto

Il primo episodio, girato ex-novo, mira non solo a spiegare il motivo del perché Matt abbia deciso di smettere con la vita da vigilante, ma a fornire un raccordo con la serie Netflix. Il risultato è una puntata tesissima, graziata da una complessa e lunghissima scena d'azione girata in piano sequenza, che si conclude in modo altamente drammatico: un ottimo modo per fare capire che siamo di fronte a un vero e proprio sequel. Al contempo viene anche introdotta la trama principale della stagione, ovvero l'ascesa al trono di sindaco di New York da parte di Wilson Fisk, ottenuta non con la corruzione, ma sfruttando una potentissima retorica populista (bravissimo, al solito, Vincent D'Onofrio) che lo fa diventare immediatamente l'underdog dell'elezione fino alla vittoria, in un modo che (volutamente) rispecchia quanto avvenuto negli Stati Uniti con le elezioni presidenziali del 2016.

Una scena col personaggi di tigre Bianca dalla serie Daredevil Rinascita

Una Trama Ben Gestita, un Ritmo Lentissimo

Dopo l'ottima introduzione, per lo showrunner Dario Scardapane arriva il lavoro difficile, quello del novello Victor Von Frankenstein nel tentare di assemblare una creatura che dia l'impressione di vedere il sequel del serial su Netflix, sfruttando al contempo il più possibile le ore di materiale già girate con un'altra trama in mente. Così, integrando abilmente le scene girate ex-novo, lo showrunner ha impostato tutta la trama sulla dicotomia tra Matt e Kingpin, entrambi convinti di volere cambiare vita (semplice avvocato il primo, "semplice" sindaco il secondo), entrambi irrimediabilmente attratti dalla loro vecchia vita, dal potere che emana. Un parallelismo costante tra i due, con Wilson Fisk che assurge al ruolo di vero e proprio co-protagonista, dividendosi quasi equamente lo screen time con Matt Murdock. Al contempo, Scardapane recupera una sottotrama girata per la "vecchia" versione, che vede Matt difendere in tribunale Victor Ayala, accusato dell'omicidio volontario di un agente sotto copertura. Il fatto che Victor sia in realtà un vigilante mascherato, Tigre Bianca, complicherà di molto le cose.
In questo caso la bravura dello showrunner è stata quella di riuscire a integrare in modo più che efficace una sottotrama in teoria "estranea" a quella principale, modificandone alcuni aspetti. Per contro, questa scelta porta a un rallentamento abbastanza estremo del ritmo, con la quasi totale assenza di scene d'azione. Aldilà di questo problema (comunque presente in tutta la stagione), il blocco degli episodi due, tre e quattro convince, a differenza del quinto episodio (che, ripeto, è comunque valido e ben realizzato anche se estraneo alla narrazione  principale), di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.

Il personaggio di Muse dalla serie Daredevil Rinascita

Una Seconda Metà Problematica

È invece il blocco degli episodi che vanno dal sesto all'ottavo a presentare le maggiori criticità, in quanto è necessario aumentare il ritmo in vista del finale di stagione, dovendo al contempo "riciclare" quello che, si intuisce, doveva essere uno dei villain principali della "vecchia" versione, ovvero il serial killer Muse [Nota: nel fumetto il personaggio riesce a tenere testa a Daredevil in quanto in grado di mandare in tilt i sensi potenziati di Matt Murdock, mentre qui è un semplice campione di Taekwondo]. Purtroppo la storia riguardante lo scontro tra i due personaggi è gestita molto male, con tutta la parte di investigazione che avviene dietro le quinte e con la decisione di tornare in azione da parte di Matt che appare alquanto sbrigativa e forzata. Insomma, quello che doveva essere un momento fondamentale della serie appare invece forzato e poco coerente con lo svolgimento lento e attento della trama fino a quel momento. Inoltre, gli scontri tra i due personaggi sono girati maluccio e mancano del pathos e della crudezza che i combattimenti di Daredevil hanno sempre avuto in passato. Insomma, questa mini-saga rappresenta sicuramente il momento peggiore della prima stagione di Daredevil Rinascita, dove un villain tutto sommato affascinante, viene sprecato malamente per apparecchiare la tavola per il gran finale.

Una Scena tratta dall'episodio 8 di Daredevil Rinascita

Un Finale Sorprendente  

Il finale, credo quasi interamente girato ex-novo, è invece davvero efficace. I due co-protagonisti sono ormai pronti a incrociare nuovamente le armi, e la tensione si fa sempre maggiore. nonostante una scelta di sceneggiatura alquanto forzata e controversa nel finale dell'ottavo episodio (che viene liquidata quasi beffardamente in un dialogo dell'episodio successivo). Ma è il nono episodio a brillare maggiormente: dopo 8 puntate in cui l'azione è sempre stata al minimo sindacale, finalmente la tensione deflagra in una serie di scene alquanto crude e sanguinolente, superando addirittura il tasso di violenza della serie originale di Netflix. Un'accelerata davvero spiazzante che chiude la prima stagione col botto e aumentando esponenzialmente l'interesse verso una seconda stagione che si preannuncia drammatica e tiratissima. Un finale talmente buono da fare dimenticare i piccoli e grossi problemi produttivi che hanno afflitto questa prima stagione.

Una locandina della prima stagione della serie tv Daredevil Rinascita

In Conclusione

Francamente non invidio il povero Dario Scardapane, chiamato a riscrivere l'intera stagione di Daredevil Rinascita dopo che Kevin Feige aveva cassato la prima versione, avendo però il compito di salvare il maggior numero di minuti già girati. Una vera e propria missione impossibile che lo showrunner è però riuscito a compiere in modo relativamente brillante, sacrificando sì il ritmo nella prima metà della stagione (cosa che potrebbe fare desistere gli spettatori meno pazienti, a voler essere sinceri) e buttando la sottotrama di Muse nel tritacarne, ma anche riuscendo a rendere abbastanza omogeneo il passaggio dalla vecchia versione a quella nuova, riuscendo a ricatturare efficacemente lo spirito della serie originariamente trasmessa su Netflix. Insomma, da un disastro annunciato, siamo invece arrivati a una delle serie migliori della Fase 5, seconda forse solo alla seconda stagione di Loki e che, soprattutto, ha convinto gran parte degli esigenti fan storici. 

Daredevil Rinascita (Stagione 1) è una serie TV in nove episodi trasmessa in esclusiva in streaming su Disney+.

 

 

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