Cthulhu Around the World: 3 Fumetti da 3 Continenti per Illustrare l'Orrore Cosmico (Articolo con Recensioni) -> I Miti di Cthulhu (Breccia), Da Altrove (Kriek) e Le Montagne della Follia (Tanabe)
Articolo a cura di Albyrinth - tutte le immagini sono copyright degli aventi diritto
Nota: L'immagine che apre l'articolo è un particolare della copertina del volume omnibus del manga Le Montagne della Follia di Gou Tanabe.
Avrete ormai capito che qui, su Albyrinth's Cave, abbiamo una certa passione per le opere di Howard Phillips Lovecraft e per il cosiddetto Orrore Cosmico, la sua geniale intuizione. Nonostante una prosa indubbiamente verbosa, prolissa e poco scorrevole, lo scrittore di Providence ha lasciato un segno indelebile nella letteratura horror non solo per la straordinaria inventiva, con la creazione di una vera e propria cosmogonia di potentissimi e abbietti Dèi antichi, ma soprattutto con l'idea di suggerire l'orrore, senza mai descriverlo nei particolari, lasciando che fosse il lettore a riempire i vuoti e a creare nella propria mente l'aspetto di queste creature ripugnanti, paurose e potentissime. Benché alcuni dei racconti abbiano ormai più di un secolo, non hanno ancora perso un'oncia del loro potere di inquietare e stupire, rimanendo, dal punto di vista narrativo, ancora attualissimi, vere e proprie opere senza tempo degne di entrare nella storia della letteratura.
Nonostante un immaginario potentissimo e una popolarità costante, le creazioni di Lovecraft non sono mai sbarcate con successo nel mondo del cinema, troppo legato all'aspetto puramente visivo, al mostrare tutto allo spettatore per funzionare bene: puoi anche avere la migliore CGI dell'universo e concept artist con gli attributi, ma ci sarà sempre qualcosa di troppo finto e artefatto a distruggere l'effetto di sospensione dell'incredulità. Per referenze, chiedere a Guillermo Del Toro, che da vent'anni abbondanti tenta invano di adattare Le Montagne della Follia in formato cinematografico sbattendo contro problemi di budget e produttori poco convinti [benché, a un certo punto, il progetto fosse in pre-produzione con una star del calibro di Tom Cruise come protagonista].
Discorso totalmente differente per quanto riguarda invece i mondo del fumetto, dove l'immaginario lovecraftiano ha sempre trovato un terreno fertilissimo: d'altronde stiamo parlando di un medium dove gli unici limiti sono l'immaginazione e le capacità artistiche del disegnatore, a cui si aggiunge la possibilità di ricorrere a un utilizzo efficace dei chiaroscuri e di vignette tendenti all'astratto per veicolare al meglio il senso di inquietudine e indefinitezza delle creature mostruose partorite dalla penna di Lovecraft. Un sodalizio, quello tra le creazioni dello scrittore di Providence e il mondo del fumetto, che ha dato vita a moltissimi adattamenti diretti dei racconti e romanzi, ma anche a intere opere originali dove l'ispirazione dall'Orrore Cosmico lovecraftiano è palese (basti pensare all'Hellboy di Mike Mignola o all'Uzumaki del maestro dell'horror giapponese Junji Ito).
Per questo articolo ho pensato di fare un breve giro per il mondo in tre continenti, parlando brevemente di tre volumi che adattano direttamente i racconti e romanzi di Lovecraft con tre approcci differenti: partiamo dal Sud America con I Miti di Cthulhu di Alberto Breccia (con testi adattati da Norberto Buscaglia), voliamo poi in Europa con Da Altrove (e Altri Racconti) di Erik Kriek, e terminiamo il nostro viaggio in Asia, con l'ambizioso adattamento del più complesso tra i romanzi scritti da Lovecraft, Le Montagne della Follia, realizzato da Gou Tanabe. Avrete forse notato che manca la terra natia di Howard Phillips Lovecraft, ovvero il Nord America oltre che una tappa in Italia: per non allungare ulteriormente questa introduzione chilometrica, parlerò dei motivi in una nota alla fine dell'articolo. Attendendo con impazienza il ritorno dei Grandi Antichi, vi auguro una buona lettura!
Alberto Breccia - I Miti di Cthulhu
Non c'è quasi bisogno di presentare Alberto Breccia, uno degli illustratori più influenti nella del fumetto sudamericano e mondiale, noto in particolare per la sua collaborazione con Héctor Germán Oesterheld su Mort Cinder, sul fumetto biografico dedicato a Che Guevara [famoso per una bellissima, ma purtroppo falsa, leggenda metropolitana riguardante il salvataggio delle tavole dalla censura del regime] e su un ambizioso remake in chiave ancora più radicale e politica del celeberrimo L'Eternauta, naufragato per l'ingerenza del regime dittatoriale e per lo scarso successo, senza potere essere concluso. Ma, aldilà del suo ricchissimo curriculum, Alberto Breccia è un illustratore straordinario, maestro dell'utilizzo della china e dei chiaroscuri marcatissimi e dotato di un tratto ancora oggi fresco e moderno, che ha ispirato legioni di disegnatori [lo stesso Frank Miller ha riconosciuto l'autore uruguaiano naturalizzato argentino come influenza fondamentale per il suo Sin City].
A partire dal già citato remake de L'Eternauta, Breccia iniziò un percorso di evoluzione artistica che lo portò a uno stile decisamente più sperimentale e quasi astratto, con l'utilizzo di tecniche di illustrazioni più audaci e complesse. Il migliore manifesto di questa evoluzione è proprio il volume I Miti di Cthulhu, dove l'illustratore sudamericano decide di adattare (aiutato ai testi da Norberto Buscaglia) alcuni dei racconti più significativi scritti da Lovecraft utilizzando un approccio prettamente artistico.
Il risultato è francamente strabiliante: Alberto Breccia riesce a dare a ognuno dei racconti una personalità differente grazie all'utilizzo di tecniche miste, sfiorando in più di un punto l'astrattismo. Una scelta audace e rischiosa, ma pienamente riuscita, per riuscire a trasporre efficacemente le suggestioni lovecraftiane nel suggerire l'aspetto degli Antichi e delle abominabili creature senza però mai mostrarle completamente e riuscire così a trasportare in immagini uno degli aspetti più complessi degli adattamenti delle opere dello scrittore di Providence. Oltre a questo, a stupire è la qualità assoluta delle illustrazioni, ogni vignetta è una piccola opera d'arte e Breccia dà uno sfoggio impressionante nell'utilizzo delle diverse tecniche pittoriche: carboncini, spugne, cannucce, collage, una vera e propria master class sull'utilizzo delle chine. Per contro, il punto debole dell'opera riguarda i testi: lo stesso Breccia e Norberto Buscaglia si limitano a sintetizzare i racconti originali aggiungendo delle pesanti didascalie alle illustrazioni, una scelta che comporta due problemi: generalmente, il ritmo è lentissimo ed estremamente frammentario, mentre per i racconti più complessi e ricchi di dettagli (su tutti L'Orrore di Dunwich e La Maschera di Innsmouth) si ottiene l'effetto opposto, troppo compressi e didascalici. Insomma, a volere essere pignoli, I Miti di Cthulhu è quasi più un volume di illustrazioni che un fumetto vero e proprio. Ma tanto basta, perché la bellezza delle illustrazioni di Alberto Breccia, la sua grande fantasia e la sua padronanza assoluta di tante tecniche artistiche rendono il volume un acquisto quasi obbligatorio per gli amanti delle opere di H.P. Lovecraft, oltre che per ogni amante del buon fumetto che si rispetti.
I Miti di Cthulhu è disponibile come volume nei maggiori store online di libri in formato fisico e digitale. L'edizione italiana più recente è stata curata da Mondadori nella collana Oscar Ink. Il volume è anche disponibile in fumetteria e nelle librerie di varia, ovviamente.
Erik Kriek - Da Altrove e Altri Racconti
Dal Sud America è l'ora di spostarsi in Europa in un paese però non troppo noto per la sua produzione a fumetti, i Paesi Bassi. Il nome di Erik Kriek è sicuramente poco noto in Italia, ma il fumettista olandese ha in realtà alle spalle una lunga e apprezzata carriera nel suo paese natìo grazie soprattutto alle avventure pop del supereroe Gutsman. Il punto di svolta è avvenuto proprio grazie al volume Da Altrove e Altri Racconti del 2012, dove Kriek reinterpreta con grande personalità cinque dei racconti più famosi mai partoriti dalla penna di H.P. Lovecraft, che gli apre le porte del mercato internazionale, compreso quello italiano, grazie al buon lavoro svolto dalla piccola, ma intraprendente, etichetta indipendente Eris Edizioni. Se dovessimo definire l'approccio scelto dal fumettista olandese, lo si potrebbe quasi definire grottesco: Erik Kriek (come giustamente sottolineato in quarta di copertina) ha deciso infatti di ispirarsi chiaramente al modello delle storie horror della mitica EC Comics in quello che è un interessante corto circuito volto ad omaggiare i pulp magazine che furono poi la casa delle opere di Lovecraft [in gran parte dopo la sua prematura morte, a dire il vero]. E qui sta, forse l'aspetto più critico dell'opera, in quanto, se c'è qualcosa di totalmente assente dalla letteratura lovecraftiana, è proprio l'ironia.
Verrebbe quindi da pensare che un approccio così fumettoso, caratterizzato da un tratto molto plastico, da uno stile grottesco e da una sottile venatura autoironica, sia quasi irrispettoso verso le opere originali del maestro di Providence. In realtà l'approccio funziona benissimo grazie alla indubbia bravura di Kriek, che ha adattato e snellito con classe lo stile ridondante e aulico di Lovecraft, donando alle storie un buon ritmo con tavole caratterizzato da un tratto morbido e fumettoso, con un utilizzo davvero ottimo dei retini e della mezzatinta, il tutto senza rinunciare minimamente alla potenza narrativa delle invenzioni lovecraftiane. Certo, forse i puristi potrebbero storcere il naso di fronte a una rappresentazione abbastanza stereotipata e grottesca come il Cthulhu che apre questa sezione, ma la scelta indubbiamente paga, senza per questo mancare di rispetto a un capolavoro della letteratura horror. Insomma, l'intento di trasporre alcune dei racconti più noti di H.P. Lovecraft (tra cui citiamo Il Colore Venuto nello Spazio e La Maschera di Innsmouth) in uno stile che omaggiasse sia lo scrittore di Providence che gli immortali fumetti della EC può dirsi sostanzialmente riuscito. Un'opera di puro intrattenimento, ma comunque di sostanza, che ha aperto le porte alla pubblicazione di altre opere del fumettista olandese, uscite sempre per Eris Edizioni.
Da Altrove e Altri Racconti è disponibile come volume nei maggiori store online di libri in solo formato fisico [Nota: dell'opera esiste anche la prima versione, da tempo esaurita, brossurata e stampata in formato pocket]. L'edizione italiana è stata curata da Eris Edizioni. Il volume è anche disponibile in fumetteria e nelle librerie di varia, ovviamente.
Gou Tanabe - Le Montagne della Follia
Finiamo il nostro piccolo giro del mondo sbarcando in Giappone e non si può non parlare di Gou Tanabe, un mangaka che, dopo alcuni anni di apprendistato, a partire dal 2015 ha deciso di dedicare l'intera carriera agli adattamenti delle opere di H.P. Lovecraft. Prima di leggere le sue opere, il mio timore era rappresentato dalla tendenza tipica di molti manga di esagerare e portare un po' tutto all'eccesso: insomma, che gli adattamenti giapponesi delle opere del maestro di Providence fossero potenti, apocalittiche ed estreme, ma mancassero il bersaglio per quanto riguarda la tensione, l'inquietudine e la sottile arte della suggestione lovecraftiana. Timori completamente spazzati via dopo avere letto alcuni degli adattamenti di Gou Tanabe. In particolare, parliamo qui della sua opera forse più ambiziosa, l'adattamento di uno dei pochi romanzi mai scritti da Lovecraft, il celeberrimo Le Montagne della Follia, un'opera densa, stratificata, dove lo scrittore sostanzialmente spiega l'origine di tutta la sua cosmogonia di aberranti Dèi Antichi, incastrandola in un'avvincente e tesa opera ambientata al Polo Nord. Nell'adattare un libro così complicato (anche da leggere) Gou Tanabe ha deciso di adottare un approccio estremamente rigoroso, senza cercare comode scorciatoie.
In particolare, la bravura del mangaka è stata quella di fare "respirare" maggiormente il racconto, sfruttando le sue abilità di storytelling e adattando il ritmo a quello tipico dei manga; per contro, il fumettista guarda anche al fumetto occidentale, soprattutto nei character design, dove spunta a sorpresa una netta ispirazione dai personaggi de La Cosa di John Carpenter [incredibile come il capolavoro del buon John sia diventato il paradigma per film, serie e fumetti ambientati al Polo Nord] e nell'utilizzo di soluzioni tipiche del fumetto americano, come singole e doppie splash page per veicolare al meglio la spettacolarità della narrazione. Gou Tanabe riesce così nell'impresa quasi impossibile di adattare forse il romanzo più complesso di Lovecraft in modo rigoroso e preciso, ma riuscendo al contempo a trovare il proprio ritmo evitando la trappola didascalica [purtroppo presente invece nel suo comunque validissimo adattamento de La Maschera di Innsmouth] e a infondere la propria personalità. In particolare per quanto riguarda la tavole dove vengono mostrate le aberranti creature, dove Tanabe mostra un character design di razza con tavole dense, spettacolari e intricatissime, dove fa capolino anche l'amore per il body horror più estremo, tipico delle produzioni horror nipponiche. Insomma, il fumettista giapponese ha scelto coraggiosamente di non utilizzare scorciatoie e di mostrare tutto, infondendo la propria immaginazione in ognuna delle tante creature che sono protagoniste dell'intera sezione finale del manga. Un vero e proprio gioiello, meritevole di finire nelle librerie di chiunque ami la letteratura loveraftiana.
Le Montagne della follia è disponibile come volume nei maggiori store online di libri in formato fisico e digitale. [Nota: dell'opera esistono due versioni. La prima è in quattro volumetti, raccolti in un elegante cofanetto, nel tipico formato ridotto Tankōbon; la seconda è in un prestigioso volume Omnibus cartonato in formato comic book. È decisamente consigliata la seconda versione, ovviamente]. L'edizione italiana è stata curata da J-Pop. Il volume è anche disponibile in fumetteria e nelle librerie di varia, ovviamente.
Nota Finale
Come anticipato, ci sono due evidenti assenze in questo giro del mondo: il Nord America, patria dello stesso H.P. Lovecraft e l'Italia. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, sinceramente non ho trovato grandi opere che adattassero in modo così personale le opere di Lovecraft. Avevo scelto di recuperare il volume Vault of Horror di Richard Corben, sia per pura curiosità che per omaggiare la memoria del grande illustratore scomparso da qualche anno, ma, purtroppo, è introvabile sia in lingua italiana che inglese [suppongo per problemi di diritti derivanti dal fatto che l'opera uscì per l'imprint MAX di proprietà della Marvel] e recuperabile solo in versione digitale e, sinceramente, non mi piace parlare di qualcosa che poi i lettori non potranno recuperare. L'altra idea era parlare delle opere che il "Sommo" Alan Moore (coadiuvato dai disegni di Jacen Burrows) ha basato sulle opere di Lovecraft, ovvero Neonomicon e Providence, ma anche in questo caso ho desistito. Pur capendo perfettamente l'intento di Moore [ovvero creare volontariamente orrore e disgusto nel lettore], Neonomicon non mi è piaciuto per nulla e ho trovato l'approccio provocatorio troppo oltre le righe e troppo votato a una rilettura in chiave sessuale delle creature lovecraftiane. Providence, invece è un'opera di tutt'altra caratura, ma è anche una graphic novel densissima, complessa, stratificata, piena fino all'orlo di riferimenti precisissimi e puntuali a tutta la letteratura lovecraftiana, e, soprattutto, di non semplice lettura, soprattutto per quanto riguarda la lunghe e invasive parti in prosa. Insomma, non avrebbe avuto il minimo senso parlare in poche righe di Providence.
Per quanto riguarda l'avere evitato l'Italia, i motivi sono due: in primis, sul blog esiste già un bellissimo articolo scritto da Pietro "H.P.L." [nomen omen] dedicato al Lovecraft Fantastico nei fumetti di Nevio Zaccara. Il secondo motivo è che ci sono davvero molte opere di fumettisti italiani più o meno conosciuti, dedicate alla letteratura lovecraftiana e sarebbe stato difficile scegliere. L'idea è, in futuro, di dedicare un articolo solo agli adattamenti italici delle opere del maestro di Providence.
Commenti
Posta un commento